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venerdì 25 gennaio 2008

AQUILONI





Sostanzialmente



credo d’aver fatto degli eccessi



convinta che mi fossero dovuti



come debito di una vita statica.



Forse non dovrei perdonarmi



le libertà intraprese,



ma l’illusione ottica



sta nel dimostrare



che si può sparire



restando a guardare.



Ci sono logiche



che non si ripetono



e menzogne che si ripropongono.



Semplicemente



non vorrei continuare a soffrire



ma sono incapace di comprendere



i dettagli che acquistano



le meccaniche contorte



della mia natura introspettiva.




Inevitabilmente m’infliggo lividi




intenta come sono a distruggere aquiloni




ancor prima che abbiano sperimentato



il brivido del primo volo.


Micol

martedì 15 gennaio 2008

PRINCIPE DEI MIEI SOGNI





Incubi e demoni abitano le mie notti e i miei giorni,



notti e giorni senza principio né fine.



Principe dei miei sogni



ti aspetto come alba di sangue per liberarmi,



per spaventarli con l’ora della tua furia celeste



esorcizzandoli brandendo le tue spade d’acciaio.



Amore sublimato, dissetami e riempimi ancora di te.



Voglio leccare le tue mani,



le tue cicatrici, il tuo petto, il tuo ventre,



sollevami sulla tua bocca e fammi gemere al rogo



delle tue mille lingue di fuoco.



Tacita le mie meste parole col gaudio del tuo sesso



impala fin dentro la mia gola



perché siano solo quelle d’estasi ad avere vita.



Tuona e ruggisci il tuo rancore,



legami e spezzami col tuo orgoglio ferito,



se questo potrà mai placare i venti che soffiano contrari



ma non tacere più né oggi né domani.



Saziami del tuo seme, Padre legittimo del mio dolore



crocifiggimi se necessario, ma nutrimi ancora della tua essenza,



distendi il tuo nome sopra



il frutto verginale che ti attende in ansimo irrequieto,


sottomesso alla tua volontà, al castigo della tua assenza.

Micol








venerdì 11 gennaio 2008

PUGNI DI STELLE

Vorrei che per un attimo ti sostituissi a Dio,
le tue mani cogliessero pugni di stelle
e soffiato il tuo respiro caldo su di esse
sul cielo tracciassero lucenti solo per me:
ANCORA TI PENSO

T.A.


martedì 8 gennaio 2008

IL DESTINO DELL'OMBRA

Ti aspetto e ogni giorno
mi spengo poco per volta
e ho dimenticato il tuo volto.
Mi chiedono se la mia disperazione
sia pari alla tua assenza
no, è qualcosa di più:
è un gesto di morte fissa
che non ti so regalare.
A. Merini



IL DESTINO DELL'OMBRA

Non ti so dire se il salto nel buio mi abbia disorientato di più nel momento in cui ho deciso di seguirti in sentieri avventurosi o dopo, quando ho sentito d’aver perso ogni percezione spazio temporale e di essermi trovata in bilico fra il precipizio e il cielo.
Goffi salti e non più voli, talvolta così penosi da piegarmi le caviglie mi facevano sentire così patetica e schiava in un ruolo che annientava la mia identità.
Improvvisamente non mi riconoscevo, improvvisamente mi rendevo conto di assomigliarti sempre di più giorno dopo giorno, mentre seguitavo a camminare a tre passi dietro di te, come ombra.
Sì,anima dolce, perché ho il destino dell’ombra.
Utile ed inutile al contempo.
Quanti fanno mai caso alla propria ombra?
Tu ci fai mai caso alla tua? Se essa ti è accanto al tuo fianco mentre cammini, o ti appare alle spalle, oppure ti precede lunga e scura?
Le persone sole stanno sempre attente che la propria ombra non le abbandoni mai.
Si sentono sicure e protette quando questa le è accanto.
Non ti so dire se è stato proprio allora, quando ho scoperto che fra i miei passi diventava sempre più sottile la proiezione dell’ombra, che prima forte e sicura mi teneva il passo, che ho avuto veramente paura di perderti. Tanta paura d'aver voluto esorcizzarla perdendo me stessa da noi.
Mi sono sentita orfana e disperata allora ho valutato il suicidio dell’anima, gettandomi nel buio.
Quindi sono saltata giù, dal piano solido del mio amore per te, non ho voluto nemmeno attendere o accertarmi che tu provassi ad allungare una mano per salvarmi.
Non ho nemmeno atteso di donarti il mio ultimo sorriso.
Cadere è un volo inverso, terribile, spaventoso.
Ci sono attimi che non hai ricordi tanto fa paura il senso di vuoto e sale il dolore, l’angoscia, il senso di morte.
Avrei voglia di strapparmi i capelli, mentre attenta attraverso i marciapiedi abitudinari con espressione ibrida di contentezza e svagatezza sul volto, quando invece non ho più terra sotto i piedi.
Ma loro non lo sanno, nessuno lo sa, forse tu te lo domandi, non posso saperlo, solo illudermi che ancora tu ti chieda di me.
Forse non ricordi nemmeno più il mio nome.
Certe notti sogno d’essere impigliata fra i rami di un bosco tetro, ho freddo e grido il tuo nome, ma non mi esce alcun suono dalla gola, solo un gemito infantile e tragico intrappolato dentro.
La tua assenza, l’aver scelto di perderti è un continuo rumore di catene che mi ossessiona, tutto questo mentre cado giù nella notte più cupa fino a scomparire.
Perché io ho il destino dell’ombra e anche un’ombra per esistere ha bisogno della propria Luce.
Tu sei la fonte che illumina il mio cammino. Senza di te non esisterò più.

Micol

(Liberamente ispirato dall'incipt di Alda Merini)