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mercoledì 25 aprile 2007

Con le dita segni il sospiro





CON LE DITA SEGNI IL SOSPIRO


Le tue parole
scivolano in tessuto di sensi
sul mio corpo divenuto irreale
dentro un cerchio di tempo
fattosi goccia.
S’allunga densa la fuga
dilatando e contraendo,
gonfiando vele
sotto impetuoso vento.
Palato e lingua
leccano e gustano il ventre
d’armonico sesso e sentimento
invischiato d'umori ed esperienza
dove l’alta marea ti raggiunge…
ed è allora
che con le dita segni il sospiro
con le labbra accendi il fuoco
piegandomi senza più coscienza
nella voglia che ho di te…
solo di te.

Micol

martedì 24 aprile 2007

INCONSAPEVOLMENTE


 



Del marciapiede cammino al margine
- giorno dopo giorno -

in equilibrio sul filo di un mattino
- dipinto di tramonto -

leggera ansia batte sulla nuca
- stento a contenere -

primavera che di tepore spossa
- su percettive nari -

vola e inconsapevolmente muore
- il profumo di un ricordo -

farfalla con ali di rugiada
- che scivola via –


venerdì 20 aprile 2007

DOMANDE



Ci sono domande



che rimarranno


senza risposta


ma io so ...


 


d'averti incontrato per volerti bene!



mercoledì 18 aprile 2007

SENZA CHE IO ASPIRI






Quello che guardo
è il vuoto a metà diviso
dal fumo di una sigaretta
in retta ascensionale.
Lei si consuma fra le dita
in metamorfosi
di brace in grigia cenere
e cade così
in lenta eutanasia.
Eppur la poso
sulle mie labbra
in ultimo bacio concesso
senza che io aspiri.


Micol


 

venerdì 13 aprile 2007

Sin da piccola mi hanno iniziato al silenzio





Aprile 1980



Mi adagio al silenzio che ultimamente si è appropriato di me.
Mi è così spontaneo tacere.
Sin da piccola mi hanno iniziato al silenzio.
Una grande famiglia quella paterna, formata da cinque maschi e cinque femmine. Io sono stata la terza nipote, la seconda femmina.
Sono stata la piccola peste fra le gonne delle mie zie, quella che piangeva spaventata davanti ad ogni razza d'animale e sì che mia nonna ne possedeva di diversi. Nel suo cortile non mancavano fiori e pennuti vari, compreso un corvetto nero e dispettoso. Gli uomini quasi tutti appassionati di caccia, possedevano mute di cani.Il più bello e al quale mi affezionai maggiormente fu Lady, un setter irlandese femmina che da cucciolo crebbe davanti ai miei occhi, col suo manto miele scuro e una dolcezza ed eleganza favolosa.
L'animale che mi spaventò di più fu un agnellino che uno zio prese con se per fargli la "festa" di Pasqua, ma tutti ci si affezionò e divenne un pecorone dal carattere d'agnello. Questo adottava tutti i componenti come suoi familiari, ci seguiva con l'istinto del gregge e io piccola bimba dai boccoli proprio come agnellino, scappavo terrorizzata ogni volta che questa povera bestia cominciava a rincorrermi belandomi dietro.
Sono uscita fuori tema ... lo so! Ma mi è così caro il silenzio proprio per questo, riesce a divenire la mia macchina del tempo, e mi fa tornare bimba e spingere il piccolo carrozzino con la mia bambola Tiziana, Titty per gli amici. Era di quelle che chiudevano gli occhi quando le si coricava e avevano un "coso" sonoro sulla schiena così ogni tanto emetteva anche degli strani rumori e qualcuno diceva: "ha detto mamma!" a me è sempre sembrato un suono incomprensibile, ma alla fine mi sono fatta convincere che effettivamente parlasse esclamando: mamma! Le ho fatto tanti bagnetti che i capelli divennero un ammasso di "roba" nera in testa con una specie di frangetta che sparava fili sintetici disordinatamente, non parliamo poi dei suoi occhi, uno irrimediabilmente arrugginito rimase semichiuso e l'altro rimase aperto. Ho ancora una sua foto, quando era in perfetto stato. Fu uno dei nove regali natalizi che la FIAT Mirafiori mi donò in quanto figlia di un dipendente della catena di montaggio.
Quando ero piccola ricordo che sentivo dei discorsi del tipo: Papà fa la 500; oppure... fa l'850 e la 127 e via di seguito. Così per qualche tempo pensavo che papà fosse al pari di Agnelli! Ricordo quando con gli zii raccontava di stare al "collaudo" e allora avevo capito che era passato di grado.
Io viaggiavo spesso. Papà ci caricava la notte del 31 luglio nella 500, una volta gialla, poi bianca, blu, caffèlatte (erano quasi sempre macchine acquistate dai parenti e lui si prestava a fare il corriere e noi ritornavamo indietro in treno), dopo un turno di lavoro, pur di raggiungere presto la sua amata terra viaggiavamo di notte. Torino - Genova, oppure Torino - Livorno, anche Torino - Civitavecchia! Erano avventure bellissime.
Papà non era certo tipo di agenzia viaggi, spesso si arrivava ad un porto e si scopriva che non c'erano partenze oppure c'era qualche sciopero e allora lui diceva: "proviamo ad andare a Livorno!" oppure "... andiamo a Civitavecchia!" Così come a dire se non prendo il pulman in questa piazza lo prendo in quella a duecentometri!
Erano gli anni che il silenzio era di regola soprattutto in macchina, papà doveva sentire il motore... non bisognava disturbarlo alla guida, con un occhio alla strada ed un altro alla cartina stradale. Io e mio fratello giocavamo a contare le macchine che incrociavamo, o poco altro, però se diventavamo noiosi, ci concedevano di cantare qualche canzone. I pernotamenti erano in "lussuose stanze" d'aree di servizio, rannicchiati nel sedile e forse era l'ansia o i cibi mal conservati, il fatto sta che io ero sempre in preda a fortissime coliche intestinali ed ero il tormento di mia madre e causa di diverse fermate in strada.
Anche questo era motivo di silenzio. Mi concentravo sul mal di pancia e dicevo: va via!
Il silenzio erano i pomeriggi estivi dalla mia nonna paterna... solo i grilli assordavano, le imposte alle finestre venivano chiuse o sarebbe entrata la "mamma del sole"! Io non so quante regioni d'Italia hanno la fortuna di possedere la mamma del sole, noi ce l'abbiamo e terrorizza i bambini.
Cosa sarà mai questa mamma del sole? In effetti come ben capirete è un espediente per non far uscire i bimbi di casa nelle ore più calde del pomeriggio, un pò per evitare insolazioni e colpi di calore, ma soprattutto per tenerli buoni sotto l'attenzione, si fa per dire, di adulti che a quelle temperature e dopo i pasti prediligono un riposino. Così tutti zitti e al buio che fuori ci sta la mamma del sole.
In questi lunghi pomeriggi estivi, quasi sempre sola a casa di uno o dell'altro parente, mi dedicavo al disegno o se stavo da uno caro zio prendevo i grandi volumi della Bibbia Illustrata e tra Vecchio e Nuovo Testamento leggevo e ammiravo le stampe che cercavo di riprodurre su fogli di fortuna.
Fu così che un pomeriggio di settembre leggendo dell'Apocalisse, mi addormentai sopra il tomo e cominciai a sognare fintantoche un assordante rumore confondeva il vociare del mio sogno con l'orecchio posato sul reale. Sentivo mia zia che mi chiamava, ma pensavo di sognare poi un tuono impressionante mi spaventò da farmi gridare.
Veniva giù una tempesta di vento e grandine che fece danni ingenti, mia zia mi prese nel suo letto, accese le candele, prese il rosario e mi disse di pregare, mi resi conto di non essere molto spaventata, ero piuttosto presa dal comportamento di mia zia, lei doveva proteggere me, confortarmi e rassicurarmi, invece la mia presenza sembrava avesse la funzione contraria.
Ho vissuto di molti silenzi. Nella soffitta agognata dove nessuno voleva che salissi.
Le scale in legno scricchiolavano ad ogni passo e per salire di nascosto avevo imparato come mettere i piedini per non fare troppo rumore.
La soffitta era un luogo incantato. Vecchi armadi contenevano abiti in disuso, c'erano i vecchi arnesi da ciabattino del nonno mai conosciuto, fotografie e cartoline, vecchi giornali e riviste di ricamo. Poi c'erano i grandi cesti di vimini che contenevano sicuramente qualcosa.
Io vestivo con qualche abito vecchio delle zie, oppure mi nascondevo e mi raccontavo una storia fantastica, qualche volta mi sono anche addormentata fra vecchie brande in disuso.

... ecco ce l'ho fatta! Sono riuscita a scappare... dentro il silenzio dei ricordi e il rumore della tastiera ...
Ho ricordato con nostalgia i sorrisi, i baci e i rimproveri di chi non c'è più e che tanto mi ha amata.
Ora metto via la valigia, la disferò domani, questa notte vi lascio riposare la piccola Daniela.

Buonanotte!
Clik
 

giovedì 12 aprile 2007

C'E' SEMPRE QUALCUNO CHE SUONA PER TE






C'è sempre qualcuno

che suona alla tua porta

se gli aprirai avrai l'opportunità

di conoscere il buono e il cattivo tempo

che porterà con se...

se deciderai di lasciarlo fuori

non saprai mai quale sarebbe stato

l'odore su di se della pioggia,

o del sole sulla sua pelle,

o il vento tra i suoi capelli.

Mai saprai

della gioia dell'incontro,

né delle lacrime d'addio.

C'è sempre qualcuno

che suona per te nella notte

un piano accordato,

una chitarra stonata,

forse è ubriaco di nostalgia,

forse è innamorato

del tuo sorriso di bambina,

forse ha un dolore che sanguina,

comunque sia,

tu ascolterai sempre

il respiro della luna,

culla lontana

di sogni sospesi.




 

lunedì 9 aprile 2007

AMNESIA


Perchè continuano a farmi domande?
(cosa sono le domande?)
Ho soltanto voglia di dormire
e voglio scivolare fra teli candidi
dove è programmato un film in prima ed unica visione
(qualcuno suggerisce che li chiamavo sogni).
Buio, silenzio, amnesia...
sono sola e non ricordo più nulla!
In fondo non sarebbe male,
se gli altri non continuassero
a premere sul mio petto!
Come sono arrivata fin qui?
forse sono sempre stata qui


domenica 1 aprile 2007

SCENDE LA PIOGGIA MA CHE FA!



Voglia di odori
di terra bagnata
di pioggia sulla pelle
di colori impregnati di cielo







Ferma all'incrocio guardo quel piccolo colle davanti ai miei occhi,
si affaccia pressante un pensiero
"Voglio andare lassù"!






ho gli stivali sporchi di fango
i capelli bagnati
e un sorriso beota
"Scende la pioggia ma che fa!!...."
sento la mia voce canticchiare
questo vecchio motivo,
con il ritmo della pioggia battente
lo sguardo sullo specchietto retrovisore
brilla di una luce differente
e mi sento parte della natura stessa
come un fiore che china il suo capo,
una zolla di terra intrisa
l'asfalto bagnato, la nuvola bassa imponente e minacciosa...
... e io rido perchè sono in mezzo agli odori e ai sapori
di terra bagnata!







Mi metto in marcia,
vado ancora più su...
voglio perdermi
e non ri-tornare giù,
punto in alto
perchè io sono pura
e merito l'azzurro
dietro la coltre scura
di un cielo che piange!



Micol



30/03/2007